Lucien Lévy-Bruhl

Prof. alla Sorbona (dal 1899), membro dell'Institut (Académie des sciences morales) dal 1917, direttore della Revue philosophique.
I suoi studi antropologici sulla mentalità religiosa dei popoli arcaici o cosiddetti primitivi hanno esercitato un forte influsso sulla cultura occidentale contemporanea.
In relativo accordo col pensiero del sociologo francese Émile Durkheim (1859-1917), egli considera la morale come ''scienza dei costumi'', basata su regole di comportamento che, in un determinato contesto sociale, appaiono obiettive e necessarie come le leggi della natura. Lévy-Bruhl si convince che il pensiero "primitivo" sia basato sulla religione e che in relazione a ciò tutta la realtà viene pensata come l'insieme degli effetti di una causa divina come causa prima, ignorando totalmente le cause reali o "seconde" di origine fisica, chimica e biologica.
Questa base mistica della mentalità arcaica porta a una partecipazione agli esseri circostanti e a tutta la natura, ma sarebbe impermeabile all'esperienza, perché attribuirebbe lo svolgersi degli eventi a forze soprannaturali: ecco perché il primitivo mancherebbe di logica (quale la intende l'uomo "''civile''"); ignora i principi di identità, di contraddizione e di causalità; non ha un'idea precisa dell'individualità perché si sente parte del gruppo in cui vive; non è in grado di fare una netta distinzione fra il possibile e l'impossibile perché attribuisce tutto a una causa magica generale. Questi principi fanno parte della teoria antropologia dell'evoluzionismo sociale (seppur Lévy-Bruhl non accolga il principio dell'unità psichica) ormai totalmente screditata perché, come è intuibile, è regno di coltura di ideologie razziste erronee di civiltà e razza tra gli individui. da Wikipedia
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10di Lévy-Bruhl, Lucien
Pubblicazione 2014Ouvrage -
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